Raggiungere i cattolici con l'amore del Signore

Il 14 ottobre 2008, sull'isola di Lewis in Scozia, ho avuto il privilegio di rivolgermi a molti credenti sul tema di come raggiungere i cattolici con l'amore del Signore, un tema che mi sta molto a cuore. L'isola di Lewis è conosciuta per i suoi risvegli spirituali avvenuti in passato. Caratteristica distintiva di questi risvegli, come pure di tutti i risvegli che sono avvenuti in Scozia in trecento anni di vigorosa fede biblica, è il loro impatto evangelistico su molti cattolici romani.

Per essere fedeli al Signore nel Suo grande mandato e nel nostro desiderio di risveglio nei tempi di apostasia in cui viviamo, è necessario comprendere le implicazioni di questo approccio. Per gran parte di loro, come è pure il caso di altre persone religiose, i cattolici pensano che le loro pratiche religiose siano sufficienti per essere a posto con Dio. Questa è la ragione per la quale essi partecipano ai sacramenti della loro chiesa e praticano quelle che considerano opere buone. È ciò che insegna loro la Chiesa cattolica romana. Quando li interpelliamo per far conoscere loro l'amore del Signore, dev'essere questo il nostro punto di partenza: sono davvero “a posto” davanti a Dio?

Il peccato degli Israeliti che disprezzavano l'Evangelo della grazia, era per il Signore Gesù causa di grande afflizione. Allo stesso modo vediamo come l'Apostolo Paolo avesse grandemente a cuore la salvezza del suo popolo, per la quale sarebbe stato disposto a qualunque cosa pur di annunciare loro l'Evangelo1. È così che pure dovrebbe essere il nostro amore per i perduti. Se noi non abbiamo amore e zelo per raggiungere i cattolici con l'Evangelo della grazia, consapevoli che essi sono gravati dal fardello di un falso Evangelo, dovremmo gridare a Dio a che ci conceda ravvedimento ed amore per i perduti, caratteristiche di ogni vero cristiano attraverso i secoli.

Diversi oggi sono gli ostacoli che ci impediscono di raggiungere i cattolici con l'Evangelo. Ne elencheremo qui i più importanti.

Un primo ostacolo è il cambiamento di tattica avvenuto nel Cattolicesimo romano dopo il Concilio Vaticano II. Questo concilio di vescovi ha fatto sì che il Cattolicesimo si spostasse dalla precedente posizione di separazione da tutte le altre religioni ad un nuovo programma di falso ecumenismo. Questo nuovo approccio si propone di presentare agli evangelici il Cattolicesimo romano come autenticamente cristiano e così di indurli a diventare cattolici romani. Così come la Chiesa di Roma la definisce, la sua tattica principale s'incentra in quello che chiamano “dialogo”.Secondo la sua posizione ufficiale postconciliare, i documenti affermano:

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“...esso [il dialogo ecumenico ] serve a trasformare i modi di pensiero e di comportamento come pure la vita quotidi ana di quelle comunità [le chiese non cattoliche]. In questo modo esso si prefigge di preparare la via per l'unità della fede nel seno di una chiesa una e visibile. Così, poco alla volta, superando gli ostacoli alla perfetta co munione ecclesiale, tu tti i cristiani saranno raccolti in una comune celebrazione dell'Eucaristia nell'unità dell'una e sola Chiesa., unità che Gesù Cristo

Romani 9:1-3.

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ha impartito alla sua chiesa sin dall'inizio. Questa unità, noi crediamo, dimora nella Chiesa cattolica come qualcosa che essa non potrà mai perdere”2.

Questa tattica è intesa ad ingannare i cristiani facendo loro credere che il Cattolicesimo sia cambiato. Questa politica ingannevole ha avuto indubbiamente successo. Vi sono oggi, infatti, molti movimenti ecumenici che accettano il Cattolicesimo come genuinamente cristiano. Questi movimenti includono: “Cattolici ed evangelici insieme” e il “Movimento della Chiesa Emergente”, movimenti questi che, di fatto, rinnegando l'Evangelo come ci è stato tramandato dalla Riforma protestante classica, persuadono molta gente ad accettare il Cattolicesimo ed il suo falso ecumenismo. Per poter superare questo ostacolo all'evangelizzazione ed i movimenti che lo accompagnano, è urgente così conoscere a fondo la natura del Cattolicesimo.

Il fatto forse più pericoloso della Chiesa di Roma è che appare essere fondata sulle grandi verità essenziali della divina rivelazione. Quando però ci rendiamo conto in che modo le aggiunte fatte a queste verità dal suo Magistero ufficiale di fatto le alterino e le vanifichino, presto ci accorgeremo come questo sistema non possa in alcun modo dirsi cristiano.

Annunciare la verità del Signore

Cominciamo così ad accostarci al cattolico romano con domande del tipo: “Potresti dire senza dubbio alcuno di essere in questo stesso momento a posto con Dio?”. Spiegheremo allora come non solo sia possibile essere a posto con Dio, giusti davanti a Lui, ma come Dio voglia darci la certezza di essere in questa posizione. Allora cominceremo a mettere a confronto l'insegnamento biblico con quello del Cattolicesimo.

La Chiesa cattolica, pur pretendendo di essere cristiana, dichiara che i propri insegnamenti siano assolutamente infallibili3. I veri cristiani, però, confidano solo in Dio e nella Sua Parola: “la Scrittura non può essere annullata” 4 ; “Santificali nella verità : la tua parola è verità”5. La Roma papale afferma di poter impartire Cristo stesso attraverso le sue Messe, come pure lo Spirito Santo attraverso i suoi sacramenti. Afferma di poter fortificare la fede dei fedeli attraverso crocifissi, rosari, statue, acqua santa e santi. Afferma di potere abbreviare le sofferenze delle anime del Purgatorio attraverso le indulgenze, di poter agire come intermediaria fra Dio e uomo, di possedere le chiavi del paradiso e dell'inferno; essa proibisce il matrimonio dei suoi preti con il voto di celibato. La Roma papale comanda per certi periodi che ci si debba astenere dal mangiare carne ed ha rivestito i suoi cardinali di porpora e di scarlatto con ricchi ornamenti d'oro e d'argento. In breve, il Cattolicesimo ha

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tore di tutti i fedeli, che conferma nella fede i suoi fratelli, proclama con un atto definitivo una dottrina riguar- dante la fede o la morale. [...] L'infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel Corpo episcopale, quando questi esercita il supremo Magistero col Successore di Pietro » soprattutto in un Concilio Ecumenico. Quando la Chiesa, mediante il suo Magistero supremo, propone qualche cosa « da credere come rivelato da Dio » e come insegnamento di Cristo, « a tali definizioni si deve aderire con l'ossequio della fede ». Tale infallibilità abbraccia l'intero deposito della rivelazione divina” (Catechismo della Chiesa Cattolica, par. 891).

No. 42, “Reflections and Suggestions Concerning Ecumenical Dialogue” in Vatican Council II: Th e Conciliar and Post Conciliar Documents, p. 541 [qui in traduzione].

“« Di questa infallibilità il Romano Pontefice, capo del Collegio dei Vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio, quando, quale supremo Pastore e Dot-

 

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Giovanni 10:35. Giovanni 17:17.

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stabilito un sistema religioso ingiusto ed assunto per sé stessa il titolo di “Santa Madre Chiesa”.

Il presupposto del Papato è che il Signore abbia stabilito una gerarchia totalitaria con il Papa al vertice e seguito da Cardinali, patriarchi, arcivescovi, metropoliti, coadiutori, vescovi diocesani e preti. L'organizzazione della chiesa come ci viene presentata dal Nuovo Testamento, però, è del tutto diversa. Nel vero corpo di Cristo, coloro che sono consacrati anziani e diaconi ancora sono da considerare fratelli nello stesso corpo, del quale unico capo è e rimane Cristo soltanto: “Ma voi non vi fate chiamar "M aestro"; perché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli”6.

In quanto i cattolici vivono la loro vita sotto la giurisdizione della Chiesa, essi hanno un lungo cammino da percorrere attraverso i sacrifici della Messa, i sacramenti, le buone opere, i meriti, la venerazione di Maria e dei santi. Ciascuno è tenuto a partecipare ai sacramenti per essere buono abbastanza da morire in stato di “grazia santificante” e così essere salvato o, almeno, sperare di esserlo solo per giungere temporaneamente fra le fiamme del Purgatorio ad espiare personalmente “i peccati residui”. Anche a livello naturale, ci si può chiedere quanto un cattolico possa avere così una qualsiasi certezza d'essere salvato. Il cosiddetto sacrificio della Messa ed i sacramenti sono tali che il massimo che possono promettere è quello di giungere ad uno pseudo-inferno chiamato “purgatorio”.

È urgente, quindi, per tutti coloro che davvero amano il Signore, far conoscere l'amore del Signore ai Cattolici e così dimostrare il nostro amore verso di loro.

La necessità di trasmettere ai cattolici il vero Evangelo

L'Apostolo Giovanni scrive, come pure fanno Pietro e Paolo, per farci conoscere come noi, peccatori dichiarati da Dio colpevoli, si possa raggiungere la pace e la sicurezza che proviene dall'essere in buoni rapporti con Dio, completamente santo, giusti davanti a Lui.

La santità è il fattore distintivo del carattere essenziale di Dio. Questa è la ragione per la quale è necessario “metterci in regola” con Dio nei termini che Egli prescrive. È per grazia soltanto che il peccatore, morto a causa dei suoi falli e peccati, può essere salvato, e questo accade quando egli è condotto dallo Spirito Santo a riporre in Cristo soltanto la sua fede.

Questa salvezza è basata solo sui meriti conseguiti dalla vita perfetta e dalla morte di Cristo, perché è attraverso di essa che Egli ha pagato completamente il prezzo dei peccati del Suo popolo. Dio soltanto, mediante la Sua grazia, apre gli orecchi del peccatore cosicché egli possa affidarsi a Cristo soltanto. “Infatti è per grazia che siet e stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti”7.

L'apostolo Paolo, inoltre, ci dà il significato esatto di ciò che significhi essere “a posto”, “in buoni rapporti”, giusti presso Dio: “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” 8. Cristo non è stato fatto “diventare peccato” mediante l'infusione in Lui di vizi o peccati, e così nemmeno il credente “diventa giusto” mediante “un'infusione” di santità.

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Matteo 23:8. Efesini 2:8-9. 2 Corinzi 5:21.

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Il Signore è personalmente e completamente santo. Eppure, come vicario o sostituto del peccatore (morto nei falli e nei peccati) Egli rende Sé stesso legalmente responsabile del peccato e paga Egli stesso il prezzo completo dei peccati del credente – la giusta ira di Dio.

Conseguenza della fedeltà di Cristo in tutto ciò che Egli ha compiuto, inclusa la morte in croce, è che la Sua giustizia è ora accreditata al credente. È Dio ad aver legalmente costituito Cristo “peccato per noi” . Egli è stato “fatto diventare peccato per noi” perché i peccati di tutto il Suo popolo sono stati trasferiti a Lui. Allo stesso modo il credente è fatto diventare “giustizia di Dio in Lui” da Dio allorché Dio accredita al credente la fedeltà di Cristo ai precetti della Legge.

È così del tutto chiaro come questo sia ciò in cui consiste l'Evangelo, del quale persino il profeta Isaia scrisse: “Egli è stato trafitto a causa dell e nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti”9.

Come non evangelizzare

Il più grande ostacolo all'Evangelo è il silenzio. Rimanendo in silenzio e sperando che solo la nostra vita cristiana sia una testimonianza sufficiente, noi di fatto manchiamo di ubbidire al preciso comandamento del Signore. Il comandamento: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli ba ttezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” 10 significa comunicare esplicitamente il contenuto dell'Evangelo a tutti, cattolici compresi! La maggior parte delle suore, preti e cattolici laici che ho conosciuto e che sono stati salvati uscendo fuori dal Cattolicesimo, testimoniano del fatto che raramente dei cristiani evangelici li avevano accostati mettendo in questione la loro salvezza e sfidandoli con l'Evangelo biblico. Il comandamento di Cristo di trasmettere la Buona Notizia non è un'opzione, un “eventualmente”.

Quando si evangelizza un cattolico-romano bisogna stare molto attenti a non proporgli un “procedimento di salvezza”, quello che “deve fare”. I cattolici odono continuamente messaggi che parlano di quel che “devono fare” per compiacere Dio. Quando ci accostiamo ad un cattolico romano dobbiamo presentargli quel che Cristo ha fatto per noi e la necessità di credere in Lui. Usare espressioni come “Accogli Gesù nel tuo cuore”, “Affida a Cristo la tua vita”, sono molto simili a ciò che i cattolici romani già odono nella loro chiesa, talvolta esattamente queste espressioni. Se vogliano davvero evangelizzare, dobbiamo mettere da parte completamente questo tipo di messaggi. È necessario, quindi, esaminare quali siano alcuni fra gli approcci sbagliati all'evangelizzazione che potremmo usare e che sono del tutto dannosi al vero Evangelo

“Accogli Gesù nel tuo cuore” (per essere salvato) è una delle frasi più usate nei moderni circoli evangelici. Il presupposto su cui si fonda, però, è umanistico e non biblico. Esso pone l'essere umano in controllo della sua stessa salvezza. La salvezza, però, dal principio alla fine, è opera di Dio. La salvezza non è una decisione che origini nell'uomo, ma l'amorevole

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Isaia 53:5-6. Matteo 28:19,20.

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scelta che Dio Padre ha fatto sin da prima della fondazione del mondo11. Il concetto biblico di salvezza è che sola grazia che il credente è accolto in Cristo. L'intero tema dei primi due capitoli di Efesini è riassunto dall'apostolo Paolo nelle parole: “a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio” 12. La terminologia “Accogli Cristo nel tuo cuore”è rovesciata rispetto all'Evangelo biblico ed ingannevole. La persona spiritualmente morta ed empia può essere resa accettabile a Dio solo quando è “in Cristo”, come testimonia tutto l'insegnamento degli apostoli Paolo, Giovanni e Pietro.

Talvolta, per evangelizzare, sin usa pure scorrettamente Apocalisse 3:20: “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed e gli con me” . Queste parole erano state rivolte ai cristiani di Laodicea, non ad increduli13. L'abuso di questo versetto (che parla di santificazione) per insegnare l'Evangelo è inescusabile. La santificazione è cosa diversa dalla giustificazione. La santificazione è graduale e mutevole, mentre la giustificazione è istantanea ed immutabile. L'abuso che talvolta si fa di questo versetto è questione molto seria, perché in particolare i cattolici romani sono molto suscettibili ad essere ingannati su questa questione vitale14. Essi rimarranno così ancora nella Chiesa cattolica romana credendo ora di aver fatto “la cosa evangelica” da aggiungere ai molti rituali del Cattolicesimo. Allo stesso modo, un grande numero di evangelici pur fedeli alla loro chiesa rimangono non-salvati perché sono solo passati attraverso questa “procedura di salvezza” semplicistica ed inadeguata. È una questione indicibilmente grave trasmettere un messaggio di salvezza ingannevole.

Usati nelle chiese evangeliche vi sono molti altri simili messaggi formulati dall'inventiva umana. Per esempio, per essere salvati, ad alcuni vien detto di “far prendere controllo della loro vita a Gesù”, o “Affidate la tua vita a Gesù”. Di fatto, in cambio della propria salvezza, non c'è nulla che una persona possa fare. Secondo le parole dell'Apostolo: “Egli c i ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo” 15. Gesù Cristo è stato l'unico sacrificio per il peccato accettabile all'Iddio santo, e questa offerta ad espiazione del peccato è stata realizzata completamente alla croce. Il sacrificio per il peccato è un fatto compiuto una volta per sempre. Una persona è considerata giusta da Dio per grazia soltanto in Cristo Gesù soltanto, non mediante l'affidamento della propria vita a Cristo o mediante un comportamento controllato da principi biblici. Di fatto è vero l'esatto contrario16. Questi non sono che modi umanistici in cui gli evangelici moderni trasmettono un messaggio cosiddetto evangelistico. Gli esempi che abbiamo dato dimostrano l'allontanamento dal vero Evangelo

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(Efesini 1:4).

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Efesini 1:6.
Da cui Apocalisse 3:14: “All'angelo della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l'Amen, il testi-

“In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui”

mone fedele e veritiero, il principio della creazione di Dio”.

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Per esempio, i cattolici credono sinceramente di aver ricevuto Gesù nel loro cuore quando prendono l'ostia dell'Eucaristia. A loro si insegna, infatti, che in essa si trovi davvero il corpo ed il sangue del Signore Gesù.
15

Tito 3:5.

Per esempio, Galati 1:3,4: “...grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato sé stesso per i nostri peccati, per sottrarci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre”.

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che sta avvenendo nel mondo moderno e sono un rinnovato appello al popolo del Signore a trasmettere senza timore il vero messaggio biblico.

Il modo biblico di presentare l'Evangelo

In primo luogo, ad ogni uomo e donna è comandato di “credere nel Signore Gesù”. Il Signore condensa il comando a credere in questa Sua espressione: “Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha m andato”17. Allo stesso modo, l'apostolo Paolo e Sila dichiarano: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia” 18. L'importanza centrale della fede è data dal Signore con le parole: “In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna”19. In breve, il Signore riassume così la situazione: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui”20 e ne dà pure la ragione: “Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. Il giudizio è questo: la luce è venuta nel m ondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie”21.

Dopo aver udito il comando a credere, dobbiamo renderci conto che senza il favore immeritato o grazia di Dio, nessuno può credere. La più alta espressione della misericordia di Dio è la Sua grazia. Compassione e misericordia denotano la natura stessa del Dio della grazia. È per questo che la Scrittura insiste dicendo: “.. .per mostra re nei tempi fu turi l'immensa ricchezza della sua gr azia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù”22. La salvezza non procede da alcunché sia nella persona che evangelizziamo, ma scaturisce solo dall'immensa generosità e misericordia di Dio.

La tensione biblica fra questi due punti: che ci è comandato di credere ma che senza la grazia di Dio, una persona non può credere, deve essere evidente nel testimoniare della nostra fede ai cattolici. Questa tensione è espressa dalle Scritture in diversi testi, per esempio: “...ma a tutti q uelli che l'h anno ricevu to egli ha da to il d iritto di diven tar figli d i Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio”23.

Ciò che Dio si propone con questi ed altri versetti è mostrare come una persona debba “credere nel Signore Gesù Cristo” per essere salvata, ma che per farlo ha bisogno dell'immeritata grazia di Dio. Nel rendere testimonianza della nostra fede, dovremmo mostrare ad una persona che per credere deve guardare al Signore per ottenere la Sua grazia. Tutti coloro che giungono a trovare riposo nella fede in Cristo Gesù, non solo sono stati portati ad essere persuasi del male che c'è nella loro vita, ma pure del fatto che la stessa capacità di credere in Cristo è un dono di Dio. Quanto questo dono dipenda dalla grazia di Dio, è messo in evidenza dall'Apostolo quando scrive: “tutti hanno peccato e sono privi

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22
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quale noi crediamo, è conseguita attraverso l'intervento efficace di Dio.

Giovanni 6:29.
Atti 16:31.
Giovanni 6:47.
Giovanni 3:36.
Giovanni 3:18-19.
Efesini 2:7.
Giovanni 1:12-13. Allo stesso modo, in 2 Pietro l'Apostolo insegna che la vera fede salvifica, con la

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della gloria di Dio - ma s ono gi ustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù“ 24. La grazia è un dono immeritato dato sovranamente da Dio. Un dono è tale in quanto è dato gratuitamente, altrimenti sarebbe una ricompensa ottenuta sulla base dei propri meriti o qualcosa di dovuto.

Conclusione

Come abbiamo detto all'inizio, evangelizzare i perduti, specialmente i cattolici romani, deve essere nella nostra vita una priorità. Dobbiamo tuttavia ammettere che la maggioranza dei credenti evangelici non è particolarmente interessata ad evangelizzare i cattolici. Abbiamo così bisogno, fra gli autentici credenti, di un risveglio di interesse, tanto quanto era evidente in altre epoche.

Non c'è dubbio che Dio voglia che in questo ci ravvediamo, affinché Egli ci ristabilisca nella salute spirituale ed instilli in noi un nuovo amore per i perduti. La Sua promessa è: “...se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, p rega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, g li perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese” 25. In questo contesto, siamo noi disposti a far nostra la promessa di Dio ad operare fra di noi? Nel passato, persino nei giorni di grande declino, l'opera di salvezza dello Spirito Santo era sempre effettuata tramite la predicazione dell'Evangelo della grazia. Esso rimarrà sempre lo strumento dello Spirito Santo fintanto che il Signore ritornerà in gloria. Questo è stato l'insegnamento e la pratica di coloro che il Signore ha usato nei risvegli attraverso tutta la storia della chiesa. Ecco perché preghiamo come gli uomini e le donne nei passati periodi di declino: “Risvégliati, risvégliati, rivéstiti di forza, braccio del SIGNORE! Risvégliati come nei giorni di una volta, come nelle antiche età!”.

Non è necessario che noi lo rammentiamo al Signore, ma Egli ci ha concesso di umiliarci sinceramente davanti a Lui ed invocarlo affinché Egli manifesti la Sua potenza alla Sua lode e gloria. Noi siamo fiduciosi che Egli manifesterà la Sua potenza quando ci rammentiamo dell'abbondanza di ricchezze spirituali che troviamo in Cristo. La Sua Parola parla di “ricchezze della Sua grazia” e della loro abbondanza, ma anche: “Però, la grazia non è come la tra sgressione. Perché se p er la trasgr essione di uno solo, molti sono m orti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono de lla grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti. (...) Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, tanto più q uelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della gius tizia, regneranno nella vita per mezzo di quell'unocheèGesùCristo” 26. Sì, la grazia di Dio nell'Evangelo di Cristo Gesù è sovrabbondante. Non dovremmo forse attenderci di essere toccati da essa con un risveglio nel nostro stesso tempo e nel contesto delle attuali chiese come abbiamo delineato?

Questa è la situazione e l'opportunità perché il Signore Gesù rimane “il Cristo”, cioè l'unto, il consacrato. I suoi propositi rimangono immutati. Come nel giorno della Pentecoste, Egli è Colui che deve essere esaltato e da questo risulterà un'abbondante effusione di Spirito Santo. Tale effusione di Spirito Santo continua ad essere possibile non per Lui, ma per il Suo popolo27. Il dono consisteva nella potenza del Padre che Cristo Gesù aveva promesso28.

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Romani 3:23-24. 2 Cronache 7:14. Romani 5:15,17. Atti 2:33.

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Questa promessa allora si è adempiuta ed è ancora valida per noi, “Infatti tutte le promesse di Dio hanno il loro "sì" in lui; perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l'Amen alla gloria di Dio”29. È così che ciò che era stato promesso ed udito non era che una caparra di ciò che pure a noi è riservato. Possiamo avere la fiduciosa certezza che il Signore ci risponderà, perché Egli stesso promette: “E chi è quel padre fra di vo i che, se il figlio gli chiedeunpane,glidiaunapietra?Oseglichiedeunpesce,glidiain veceunserpente?... Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare bu oni doni ai vostri figl i, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”30.

Allora, così come Dio Padre ci risponde con quello stesso risveglio spirituale nel nostro cuore, noi raggiungeremo coloro che ancora giacciono perduti nelle tenebre, privi del Pastore e della luce dell'Evangelo.♦

Richard Bennett del “Berean Beacon” - Sito Web: http://www.bereanbeacon.org L'autore autorizza a copiare questo articolo se è fatto nella sua interezza e senza cambiamenti. Si autorizza pure a pubblicare questo articolo nella sua interezza in siti web.

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Giovanni 14:26; 15:2. 2 Corinzi 1:20.
Luca 11:11-13.