La beatificazione di Giovanni Paolo II da parte di Benedetto XVI il 1 maggio 2011 è stata definita dal direttore del quotidiano vaticano L'Osservatore romano1. “un evento storico senza precedenti” Il Decreto di Beatificazione di Giovanni Paolo II afferma:
La proclamazione di un santo o di un beato da parte della Chiesa è il frutto dell'unione di vari aspetti relativi a una persona specifica. In primo luogo, è un atto che afferma qualcosa di importante nella vita della Chiesa stessa. E' legato a un “culto”, ad esempio nei confronti della memoria della persona, al suo pieno riconoscimento nella coscienza della comunità ecclesiale, del Paese, della Chiesa universale in vari Paesi, continenti e culture. Un altro aspetto è la consapevolezza del fatto che la “presentazione sugli altari” sarà un importante segno della profondità della fede, della diffusione della fede nel percorso di vita di quella persona, e che questo segno diventerà un invito, uno stimolo per tutti noi a una vita cristiana sempre più piena e profonda. La condicio sine qua non, infine, è la santità della vita della persona, verificata durante le precise e formali procedure canoniche. Tutto ciò fornisce il materiale per la decisione del Successore di Pietro, del Papa, in vista della proclamazione di un beato o di un santo, del culto nel contesto della comunità ecclesiale e della sua liturgia2.
Indubbiamente vi è stata e rimane una grande e generale ammirazione per la vita e per le realizzazioni di Giovanni Paolo II. Nei termini della popolarità, è difficile trovarne di uguale nella storia moderna. Ora il mondo cattolico lo proclama ufficialmente “beato” e molti convengono che si tratti di un “atto dovuto”. Hanno ragione? Davvero Giovanni Paolo II può essere considerato “beato” agli occhi di Dio? La “santità” che si dice gli appartenga è in linea con ciò che insegnano le Sacre Scritture?
Un metro oggettivo per misurare la santità di Giovanni Paolo II
È il Signore Gesù stesso ad evidenziare la verità scritturale al riguardo del fondamento della santità: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola”3. Di conseguenza, è responsabilità di colui o colei che afferma d'essere discepolo di Cristo quello di osservare la Sua Parola. Di fatto, l'autentico segno che contraddistingue la santità è stimare la Parola di Dio come sommamente degna di fiducia ed ubbidire ad essa. La Scrittura, nell'esprimere il sentimento e la volontà di Dio al riguardo, afferma: “Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola” (Isaia 66:2).
Giovanni Paolo II aveva rispetto assoluto per le Scritture? No, era vero l'esatto opposto. Nel suo ruolo di Papa egli pubblica il Catechismo della Chiesa Cattolica, il primo catechismo universale della Chiesa Cattolica dopo molti secoli. In esso egli decreta quanto segue:
1
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“Accade così che la Chiesa, alla quale è affidata la trasmissione e l'interpretazione della Rivelazione, attinga la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura.
http://www.zenit.org/article-31523?l=english 1/24/11 http://www.zenit.org/article-25202?l=italian Giovanni 14:23.
Perciò l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di rispetto”4.
In questo insegnamento Giovanni Paolo II mette sullo stesso piano Scrittura e la tradizione della Chiesa cattolica come se fossero autorità equivalenti, anzi, la tradizione vi assume di fatto maggiore importanza! Gesù Cristo rimproverava spesso i Farisei perché, allo stesso modo, ponevano la loro tradizione alla pari con la Scrittura. Cristo li condannava perché cercavano di corrompere la base stessa della verità equiparando le loro tradizioni con la Scrittura5. Giovanni Paolo II ha commesso lo stesso errore e cade così sotto la stessa condanna. Il Signore Gesù mostra chiaramente come la Parola scritta di Dio sia la sola base della verità. Egli proclamava: “Santificali nella verità: la tua parola è verità“6. Ecco perché Egli comanda che nulla sia aggiunto ad essa né che ad essa si sottragga qualcosa. Di conseguenza, le Sacre Scritture soltanto è il criterio che il cristiano può e deve usare per stabilire che cosa sia verità. Giovanni Paolo II cercava di corrompere questa base assoluta di verità che Dio stesso ha posto e deve perciò essere considerato un maestro di menzogne.
Ciò che si edifica su un falso fondamento non regge
È soltanto edificando su un falso fondamento che diventa possibile, come Papa, affermare di essere dotato dell'attributo divino dell'infallibilità. Giovanni Paolo II affermava pubblicamente:
“Di questa infallibilità il romano Pontefice, capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio, quando, quale supremo pastore e dottore di tutti i fedeli, che conferma nella fede i suoi fratelli, proclama con un atto definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale. . . L'infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel corpo episcopale, quando questi esercita il supremo Magistero col successore di Pietro soprattutto in un Concilio Ecumenico. Quando la Chiesa, mediante il suo Magistero supremo, propone qualche cosa “da credere come rivelato da Dio” e come insegnamento di Cristo, “a tali definizioni si deve aderire con l'ossequio della fede". Tale infallibilità abbraccia l'intero deposito della Rivelazione divina”7 .
La pretesa del Papa di avere “autorità infallibile di insegnamento” è un attributo di Dio e questo prova inequivocabilmente come egli ricada nella categoria dei falsi dottori (maestri). Questo pure presuppone come egli si consideri divinamente ispirato8..
In aggiunta a questa inqualificabile arroganza, nel suo Catechismo egli proclama:
“Il Papa è per divina istituzione rivestito di un potere supremo, pieno, immediato e
universale per il bene delle anime”9 .
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ne fate molte .”
4
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c2a2_it.htm#I. La Tradizione apostolica
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Giovanni 17:17.
Catechismo della Chiesa Cattolica,par. 891,
Nella parole di 2 Tessalonicesi 2:4: “l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di
Catechismo della Chiesa Cattolica, par.82, in:
Marco 7:13, “annullando così la parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili
culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio”, il termine “al di sopra” significa “al posto di” o “tanto quanto”.
2
In questa affermazione il Papa arroga a sé stesso il potere dato soltanto al Signore Gesù Cristo. In questo modo egli dimostra attivamente da questo fondamento corrotto come egli non solo disperatamente avesse ingannato sé stesso, ma anche come egli abbia propagato questi stessi inganni nel mondo intero. Le sue stesse pretese mostrano non solo come egli non possedesse alcuna santità di fronte all'Iddio santissimo, ma come, dal suo stesso Catechismo, egli avesse avuto pure una sconfinata arroganza.
Nonostante tutto questo, il mondo cattolico desidera manifestargli venerazione religiosa o culto. Il titolo di “beato” che riceve nella sua “beatificazione” gli permette così di essere pubblicamente venerato, Molta gente, soprattutto in Polonia, già lo onorava privatamente in questo modo prima della sua “ufficializzazione” e la mossa del Vaticano ora lo proclama apertamente. Sì, molti che erano stati disposti a “venerare” o rendere culto a Giovanni Paolo II vedono ora approvata ed insegnata ufficialmente questa loro pratica dallo stesso Papato come cosa moralmente accettabile.
L'incoraggiamento di un antico peccato
Questo recente punto di ingresso nella negromanzia10 assicura che gli inganni insegnati da Giovanni Paolo II continuino a portare i loro effetti venefici. Di fatto, ufficialmente, nel suo Catechismo, egli incoraggia il contatto con i morti. Affermazione esagerata? No, il Catechismo afferma:
“La comunione con i defunti. “La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché "santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati" ( 2Mac 12,45), ha offerto per loro anche i suoi suffragi”. La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore” (...) I testimoni che ci hanno preceduto nel Regno, specialmente coloro che la Chiesa riconosce come “santi”, partecipano alla tradizione vivente della preghiera, mediante l'esempio della loro vita, la trasmissione dei loro scritti e la loro preghiera oggi. Essi contemplano Dio, lo lodano e non cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra. Entrando nella “gioia” del loro Signore, essi sono stati stabiliti “su molto”11 .
Questa presunta “comunione con i defunti” e deificazione dei morti (“particolarmente meritevoli”) ha sempre avuto un ruolo prominente quasi in ogni sistema di paganesimo. Vengono infatti consultati i morti per dare aiuto ai viventi: è il fascino seducente dell'occulto. La pratica di comunicare con gli spiriti dei defunti è però peccaminosa, dato che la Parola del Signore lo proibisce: “Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi
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Catechismo della Chiesa Cattolica, par. 937, Conc. Ecum. Vat. II, Christus Dominus, 2.
Definita dal vocabolario italiano come: “Arte divinatoria che comprende diverse pratiche occulte di magia,
prima fra tutte l'evocazione degli spiriti e delle anime di persone morte” (Sabatini-Coletti).
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Catechismo della Chiesa Cattolica, Par. 958 e Par. 2683 respettivamente,. 3
esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante”12.
L'insegnamento di Giovanni Paolo II sulla comunione con i morti è molto simile a quella che troviamo nelle pagine dell'occultismo. La preghiera è una componente del culto rivolto a Dio. Il Signore Gesù Cristo comanda che la comunicazione nel culto sia rivolta a Dio soltanto: “Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"»13.. Il Suo comando che la comunicazione nel culto sia dovuta a Dio soltanto e giammai ad una creatura è del tutto esplicita: “Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me”14.
Giovanni Paolo II non solo riconosceva ed approvava la “comunione con i defunti”, ma ha creato egli stesso e con grande sollecitudine sempre di più personaggi da essere contattati. Un commento giornalistico osserva come Giovanni Paolo II abbia creato santi e beatificato persone più di tutti gli altri papi messi assieme. Ha infatti consacrato come santi 477 uomini e donne e beatificato 1318 altri lanciandoli in orbita, per così dire, in vista della loro finale elevazione al panteon celeste dei santi cristiani15.
Scambio di meriti fra i credenti ed i “santi”
Durante la sua vita, nel suo insegnamento, Giovanni Paolo II ha pure precisato, al riguardo dei morti, la possibilità di una sorta di “scambio di santità” in espiazione dei peccati, condivisa persino con i defunti del purgatorio. Nel suo Catechismo egli afferma ufficialmente:
“Nella comunione dei santi “tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel Purgatorio, o che ancora sono pellegrini sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un abbondante scambio di tutti i beni”. In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato.”16.
Qui ancora Giovanni Paolo II rivela come egli non solo non possa essere considerato “beato”, ma come abbia ufficialmente insegnato dannabili eresie. Di fatto abbondante e del tutto sufficiente scambio di meriti e d'ogni cosa buona avviene in Cristo soltanto: “In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia”. Assegnare
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qualità” (Il Foglio, marzo 2001)
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Catechismo, Par. 1475
Deuteronomio 18:10-11 Matteo 4:10
Esodo 20:2-3
“Questo papa ha battuto davvero ogni record, e a ragione può essere collocato nel Guinness dei primati: per il gran numero di Santi e Beati innalzati agli altari, per le città e le nazioni visitate nei suoi viaggi, per i peccati e gli abusi altrui di cui ha chiesto perdono, per le folle osannanti raccolte ad ogni sua apparizione, per la contraddittorietà delle sue parole e dei suoi gesti, per la quantità di cardinali che è riuscito a stipare nel Sacro Collegio, per il fiume di parole che ha fatto scrivere e le ore di tv che è riuscito a farsi dedicare. Un papa tanto attivo, anche nella malattia, non lo avremo probabilmente mai più e non sarà un male visto che alla quantità non sempre si accompagna la
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a creature umane, e per giunta morte, il ruolo posseduto solo da Cristo, è una contraddizione piuttosto seria della verità di Dio. La giustizia di Dio, accreditata al credente a spese di Cristo, riempie il credente di meraviglia, gioia e gratitudine a lode e gloria dell'Iddio santo – è Lui stesso, infatti, che ha provveduto in Cristo tutto quanto ci serve, quell'opera completa della giustificazione del credente da ogni peccato. Di fronte a questa incontestabile verità biblica, dire che la giustizia di altri diversi da Cristo possa esserci in qualche modo imputata è assurdo ed irragionevole. Gesù Cristo stesso disse: “In verità, in verità vi dico che chi non entra per la porta nell'ovile delle pecore, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un briganti”17.
Asserire che vi possa essere uno scambio di meriti fra un credente ed un “santo” morto è un palese affronto alla verità biblica che solo Dio può giustificare il peccatore. Giovanni Paolo II ha grandemente contribuito ad allargare la lista di idoli cattolici ufficialmente accettabili, Dare gloria, onore e comunione in preghiera, quella che solo a Dio è dovuta, a spiriti di creature umane decedute significa, e soprattutto per il Papa che lo promuove, peccare in modo flagrante contro il Signore Iddio ed il Suo primo comandamento, per quanti sofismi si possano addurre per tentare di giustificarlo. Questa proibizione include il riconoscimento che soltanto Lui è Dio e che quindi in preghiera noi rendiamo culto a Lui soltanto. Dio non condivide le Sue prerogative con nessun altro e dirige solo su Lui ogni nostra possibile devozione.
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Giovanni 10:1.
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Giovanni Paolo II, che praticava e cordialmente incoraggiava l'idolatria, riceve così egli stesso ufficialmente il proprio posto fra gli idoli del Cattolicesimo. Il Papa rifiuta di vedere come vi sia di fatto un terribile ed immutabile giudizio che attende ogni persona che abbracci tali pratiche proibite. Per i credenti fondati nell'insegnamento biblico, questa sobria considerazione dovrebbe far considerare la beatificazione di Giovanni Paolo II il 1 maggio 2011 come un giorno di lutto e di lamenti. È nostra preghiera rivolta verso Dio soltanto che coloro che ancora sono sedotti ed intrappolati in queste distruttive pratiche pagane possano volgersi a Gesù Cristo attraverso la proclamazione dell'autentico Evangelo.
La fede e la prassi di Giovanni Paolo II
Come Papa, Giovanni Paolo II credeva di essere in possesso di sacramenti in grado di santificare cuori ed anime di uomini e donne. Nel Codice di Diritto Canonico, da lui riveduto e pubblicato, egli insegna che una persona nasca di nuovo, sia rigenerata, attraverso il sacramento del battesimo. Egli afferma:
“Il battesimo, porta dei sacramenti, necessario di fatto o almeno nel desiderio per la salvezza, mediante il quale gli uomini vengono liberati dai peccati, sono rigenerati come figli di Dio e, configurati a Cristo con un carattere indelebile, vengono incorporati alla Chiesa, è validamente conferito soltanto mediante il lavacro di acqua vera e con la forma verbale stabilita”18
Poi, attraverso il sacramento della Confermazione egli afferma che avvenga un'effusione spirituale simile a quella della stessa Pentecoste. Giovanni Paolo II afferma:
“La Confermazione perfeziona la grazia battesimale; è il sacramento che dona lo Spirito Santo per radicarci più profondamente nella filiazione divina, incorporarci più saldamente a Cristo, rendere più solido il nostro legame con la Chiesa, associarci maggiormente alla sua missione e aiutarci a testimoniare la fede cristiana con la parola accompagnata dalle opere”19
Si afferma poi che sia possibile vedersi perdonati i propri peccati quando un sacerdote cattolico pronuncia su di essi le parole: “Io ti assolvo nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo”. Secondo le persuasioni del Cattolicesimo romano, reiterate da Giovanni Paolo II, queste parole sono così importanti che per ottenere la riconciliazione con Dio è ritenuto indispensabile confessare ad un prete i propri peccati. L'esatta affermazione che il Papa autorizza è la seguente:
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“Colui che vuole ottenere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa, deve confessare al sacerdote tutti i peccati gravi che ancora non ha confessato e di cui si ricorda dopo aver accuratamente esaminato la propria coscienza. Sebbene non sia in sé necessaria, la confessione delle colpe veniali è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa”20.
Codice di diritto canonico, Canone 849. Catechismo Par. 1316
Catechismo Par. 1493
6
Papa Giovanni Paolo II credeva che, attraverso le parole di consacrazione pronunciate da un sacerdote durante una messa cattolica, il pane ed il vino siano letteralmente trasformati nel corpo di Cristo – insieme alla Sua anima e divinità. Il suo insegnamento ufficiale recita quanto segue:
“Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua anima e la sua divinità”21
Questo insegnamento ufficiale di Giovanni Paolo II conduce il sacerdote cattolico John O' Brien ad esprimere i suoi pensieri su come “funziona” la consacrazione del pane e del vino durante la messa in questi termini:
“Così la Beata Vergine è stata l'agente umano mediante la quale Cristo si è incarnato una volta, così il sacerdote porta Cristo giù dal cielo e lo rende presente sul nostro altare come la Vittima eterna per i peccati dell'uomo – non una volta, ma migliaia di volte! Il prete parla ed ecco: Cristo, l'Iddio eterno ed onnipotente, piena il suo capo in umile ubbidienza al comando del sacerdote”22
Un tale insegnamento eretico nega la natura stessa dell'Incarnazione. Cristo Gesù si è incarnò una volta e per sempre, e la Sua incarnazione non la si può ripetere. Se ciò che credevano Giovanni Paolo II e John O'Brien fosse vero, allora, nella stessa Messa, “Cristo”, una volta che il comunicante abbia assorbito fisicamente gli elementi ed essi non contengano più “Cristo” Egli si disincarnerebbe? Quale orribile e blasfemo insulto è questo insegnamento perché al tempo stesso esso colpisce Cristo, la Sua sovranità ed inganna il popolo. Giovanni Paolo II affermava persino che dagli elementi della comunione fluisse una potenza. Il suo insegnamento ufficiale, infatti, afferma quanto segue:
“Proprio per la carità che accende in noi, l'Eucaristia ci preserva in futuro dai peccati mortali. Quanto più partecipiamo alla vita di Cristo e progrediamo nella sua amicizia, tanto più ci è difficile separarci da lui con il peccato mortale. L'Eucaristia non è ordinata al perdono dei peccati mortali. Questo è proprio del sacramento della Riconciliazione. Il proprio dell'Eucaristia è invece di essere il sacramento di coloro che sono nella piena comunione della Chiesa.”23.
Di conseguenza, Giovanni Paolo II insegnava al suo popolo di guardare ad “essa” una cosa fisica, come mezzo per convogliare la grazia di Dio, cioè insegna a guardare ad una cosa fisica come se avesse potere sovrannaturale. Un tale insegnamento cade sotto l'eterna maledizione pronunciata su tutti coloro che pervertono l'Evangelo di Cristo24. Proporre di “inghiottire” la
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Catechismo, Par. 1413
John A. O’Brien, The Faith of Millions: The Credentials of the Catholic Religion Revised ed. (Huntington, IN: Our Sunday Visitor, 1974) p. 256.
Catechismo, Par. 1395
“Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema” Galati 1:9.
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carne di Cristo è già deplorevole. Quel che insegna Giovanni Paolo II è ancora peggio. Dichiara infatti che “i preserva in futuro dai peccati mortali”. Queste parole seducenti di filosofia umana insegnano la ben nota ed antica pratica di guardare ad una sostanza fisica al fine di procurarsi vita.
Ciò che rende questa dottrina ancora più ripugnante è che questo stesso insegnamento che parla di preservazione da seri peccati, è esso stesso un peccato blasfemo.
Le credenze e la di Giovanni Paolo II erano, di fatto, rischi spiritualmente letali. Presentava, infatti, cose fisiche come se avessero in sé stesse un potere speciale e fossero in sé necessarie per la salvezza. È così che, si ribadisce come sacramenti fisici di una chiesa siano in sé stessi strumenti per ottenere la grazia dello Spirito Santo. L'insegnamento ufficiale dichiara:
“La Chiesa afferma che per i credenti i sacramenti della Nuova Alleanza sono necessari alla salvezza. La “grazia sacramentale” è la grazia dello Spirito Santo donata da Cristo e propria di ciascun sacramento. Lo Spirito guarisce e trasforma coloro che li ricevono conformandoli al Figlio di Dio. Il frutto della vita sacramentale è che lo Spirito di adozione deifica”25 .
Inculcare la dipendenza da questi sacramenti fisici invece della fede diretta nel Signore Gesù Cristo, era il progetto di Giovanni Paolo II. Esso fa deviare la fede dalla persona di Cristo verso dei rituali che si pretende abbiano un potere in sé stessi. Egli li chiama specificatamente “forze” quando afferma:
“Forze che escono” dal Corpo di Cristo, sempre vivo e vivificante, azioni dello Spirito Santo operante nel suo Corpo che è la Chiesa, i sacramenti sono i 'capolavori di Dio' nella Nuova ed Eterna Alleanza”26.
I veri cristiani vedono la potenza di Dio sgorgare dall'Evangelo:“Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”27. I credenti: “sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù”28. È così che la fede e la prassi di Giovanni Paolo II non erano quelle di una persona “beata agli occhi di Dio ma, di fatto, l'esatto contrario.
Il carattere di Giovanni Paolo II
Il carattere di Giovanni Paolo II è presentato come risplendente di umiltà e di compassione, un uomo che percorreva il mondo intero per portarvi pace ed unità. Dietro alla facciata, però, si celava l'ambizione di tenere tutti i fedeli con pugno di ferro allineati e coperti dalla legge. Come Papa Gregorio VII nell'undicesimo secolo, Giovanni Paolo II si proponeva di edificare un impero regolato da leggi meticolose.
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Catechismo, Para 1129 Catechismo, Para 1116 Romani 1:16
Romani 3:24
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Era determinato nei suoi sforzi di aggiornare le leggi della Chiesa cattolica romana. Sin dai giorni di Gregorio VII i papi hanno sentito la necessità di stabilire leggi ecclesiastiche inflessibili per controllare non solo i propri fedeli, ma anche tutti gli altri, se necessario con la forza. È per questo motivo che nel 1983 Giovanni Paolo II opera una revisione del Codice di Diritto Canonico del 1917. A quelle esistenti, egli fa aggiungere leggi di questo tenore:
“La Chiesa ha il diritto nativo e proprio di costringere con sanzioni penali i fedeli che hanno commesso delitti”29.
L'esame di queste leggi supplementari mostra come esse diventino persino più totalitarie di quelle stilate nel passato. Per esempio, in termini altrettanto chiari di quelli di una setta, Giovanni Paolo II decreta la necessità di sopprimere le facoltà della mente e della volontà, doni di Dio. La sua legge afferma:
“Non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell'intelletto e della volontà deve essere prestato alla dottrina, che sia il Sommo Pontefice sia il Collegio dei Vescovi enunciano circa la fede e i costumi, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; i fedeli perciò procurino di evitare quello che con essa non concorda”30 .
Le conseguenze della mancata sottomissione sono enunciate nelle stesse leggi:
“Sia punito con una giusta pena: 1) chi oltre al caso di cui al can. 1364, §1, insegna una dottrina condannata dal Romano Pontefice o dal Concilio Ecumenico o respinge pertinacemente la dottrina di cui al can. 752, ed ammonito dalla Sede Apostolica o dall'Ordinario non ritratta; 2) chi in altro modo non obbedisce alla Sede Apostolica, all'Ordinario o al Superiore che legittimamente gli comanda o gli proibisce, e dopo l'ammonizione persiste nella sua disobbedienza”31.
Il Papa, poi, commina specifici castighi per chi non si conforma alle sue leggi:
“Le sanzioni penali nella Chiesa sono: 1) le pene medicinali o censure, elencate nei cann. 1331-1333; 2) le pene espiatorie di cui al can. 1336. La legge può stabilire altre pene espiatorie, che privino il fedele di qualche bene spirituale o temporale e siano congruenti con il fine soprannaturale della Chiesa. Sono inoltre impiegati rimedi penali e penitenze, quelli soprattutto per prevenire i delitti, queste piuttosto per sostituire la pena o in aggiunta ad essa”32.
Il Papa impone un più grande controllo sulla Chiesa cattolica
29 30 31 32
Codice di Diritto Canonico, Canone 1311 Canone 752
Ibid. Canon 1371, Par. 1
Ibid. Canon 1312, Par. 2
9
Giovanni Paolo II sapeva bene come imporre la sua volontà tramite la legge. Vi erano poche altre attività in cui il suo genio eccelleva più di queste. Non vi erano pesi e contrappesi al suo potere ed autorità assoluti. Nel suo commentario ufficiale alla Legge Canonica troviamo il seguente:
“Il sistema di governo della Chiesa è molto diverso dalla nozione di equilibrio di poteri. Di fatto, tre funzioni sono situate nello stesso ufficio.... A differenza dal sistema americano, la legge ecclesiastica non sorge dalla volontà dei governati, né il sistema giuridico della Chiesa si appoggia, per mantenere la propria efficacia, su un sistema di pesi e contrappesi... Il Codice produce questo sistema attraverso una struttura gerarchica più verticale che orizzontale. In modo ultimo, il giudice più alto, il Papa, è pure il legislatore ed amministratore più alto...”33 .
Le imposizioni di Giovanni Paolo II si vedono chiaramente in un articolo nel Catholic Wold Report intitolato: “Roma ha parlato – ancora”. L'articolo afferma quanto segue:
“Il Papa si muove per stroncare il libero dibattito su temi controversi”: questo scrive il New York Times in prima pagina, minacciando oscuramente di possibili 'giusti castighi' per i dissenzienti,,, In un'altra prima pagina, il Washington Post introduce il proprio reportage con un titolo che legge: 'La lettera del Papa causa divisioni – dicono i critici', né il Post si sottrae dall'aggiungere come suo sotto-titolo obbligatorio su come 'il dissenso sul dogma rischia di essere duramente represso”34 .
Poi, per promuovere le ambizioni ecumeniche di Giovanni Paolo II di sedurre gli evangelici, i Luterani e gli Anglicani ad accogliere il Cattolicesimo come forma valida di Cristianesimo, il Vaticano annuncia di voler emettere un atto di pentimento per l'Inquisizione. Durante, però, una Messa il 12 marzo del 2000 in cui era in programma proprio questo, Giovanni Paolo II chiede semplicemente perdono per gli errori commessi da passati membri della Chiesa. Il fatto è che, come egli ben sapeva, che non sono stati singoli membri della Chiesa cattolica ad ordinare l'assassinio sistematico di credenti e la confisca dei loro beni privati durante i 605 anni dell'Inquisizione. Piuttosto, come Lord Acton, egli stesso cattolico, osserva: “Sono stati in particolare i Papi a causare ed instigare sofferenze e persecuzioni, specificando addirittura nel dettaglio in che modo i credenti dovessero essere torturati”. È così che Giovanni Paolo II, apparendo eminentemente pio, quando si studiano le sue leggi, decreti, verdetti e atti, è smascherato come un despota dal potere dittatoriale.
La Scrittura ci dà solenni ammonimenti al riguardo delle maschere che nascondono persone ambigue: “Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo. Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di
34 52.
33
Donald E. Heintschel, eds. (Mahwah, NJ: Paulist Press, 1985) p. 2
Tradotto da: The Code of Canon Law: A Text and Commentary, James A. Coriden, Thomas J. Green, Msgr. Michael J. Wrenn and Kenneth D. Whitehead in The Catholic World Report, August-September 1998, pp. 44-
10
ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri”35.
Come conseguenza di quanto abbiamo documentato qui, diventa chiaro come il carattere di Giovanni Paolo II non sia quello di una persona esaltata agli occhi di Dio, né di una persona che conoscesse il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Egli deve piuttosto essere smascherato affinché altri non cadano negli inganni e nelle trappole che egli ha perpetrato sul mondo cattolico ed evangelico e verso chiunque gli presti ascolto.
Non beato ma sottoposto ad anatema
È del tutto evidente come Giovanni Paolo II non fosse e non sia beato (benedetto) agli occhi di Dio. Che cos'era, allora? Secondo la stima che egli aveva di sé stesso, egli era l'autorità assolutamente suprema sulla terra. Era in questa veste, sotto il preteso suo titolo di Vicario di Cristo36, che l'8 ottobre 2000 egli aveva consacrato il mondo ed il nuovo millennio a “Maria santissima”37.Con quest'atto blasfemo il Papa si è preso gioco del primo comandamento. Con questi ed altri blasfemi atti ufficiali, Giovanni Paolo II ha dimostrato chi fosse veramente. Apertamente ed inequivocabilmente, egli ha adempiuto la definizione del testo della lettera ai Tessalonicesi, quella di essere “l'uomo del peccato”38.
Lo stesso Giovanni Paolo, che ha assunto i titoli di “Santo Padre” e “Vicario di Cristo”, ha adempiuto perfettamente la definizione di Anticristo data dall'Apostolo Giovanni: “Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l'anticristo, che nega il Padre e il Figlio”39. Giovanni Paolo II, nell'assumere la designazione stessa di Santo Padre e Vicario di Cristo, ha negato sia il Padre che il Figlio ed ancora ha mostrato il suo vero volto. Persino nel suo Catechismo egli prende per sé stesso l'ufficio di Cristo, la podestà suprema ed universale sull'intera Chiesa. Egli, infatti, ha decretato:
35 36
“Il romano Pontefice, in virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente”40 .
II Corinzi 11:13-14
Catechismo Par. 882: “Il Papa, vescovo di Roma e successore di san Pietro, “ è il perpetuo e visibile
principio e fondamento dell'unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 22]. “Infatti il romano Pontefice, in virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa,
ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente” [Conc. Ecum. Vat. II,
Lumen gentium, 22]”.
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sorgente di vita". pagina web.
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l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, 4 l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto
ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e
proclamandosi Dio”.
Dall'Atto di affidamento a Maria santissima: “Vogliamo oggi affidarti il futuro che ci attende,chiedendoti d’accompagnarci nel nostro cammino (...) Siamo qui, davanti a Te, per affidare alla tua premura materna noi stessi, la Chiesa, il mondo intero. Implora per noi il Figlio tuo diletto, perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo,lo Spirito di verità che è
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1 Giovanni 2:22 Catechismo, Par. 882
II Thessalonicesi 2: 3-4, “Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta
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Giovanni Paolo II era il peggior nemico di Cristo che, pur pretendendo di servirlo, di fatto pregiudica i Suoi unici uffici cercando in modo spudorato di usurpare la Sua posizione e potere. La cosa più grave fra tutte è il fatto che Giovanni Paolo II abbia inequivocabilmente affermato che c'è “un abbondante scambio di ogni cosa buona” nella cosiddetta “comunione con i defunti”41. Nello stesso paragrafo egli commenta:
“In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato”.
Questo non è nulla di meno di una negazione diretta dell'Evangelo di Cristo. Non esiste alcuna indicazione che Giovanni Paolo II abbia mai ritrattato questo. Eppure, la parola scritta del Signore, che Giovanni Paolo II pure afferma essere parte della sua autorità di base, proclama: “Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema”42. Questa può essere la conclusione più appropriata e per tutta la nostra trattazione, vale a dire: di fronte al tribunale dell'assoluta Parola di Dio, Giovanni Paolo II ha mostrato di essersi sottoposto da solo, con le stesse sue parole ad anatema. È perciò con la più profonda sollecitudine che noi ci rivolgiamo a coloro che vivono sottoposti al dannato insegnamento che quest'uomo ha propagato pregando che aprano gli occhi e seguano soltanto l'insegnamento delle Sacre Scritture.
La risposta del cristiano fondato sulla Bibbia
Noi analizziamo attentamente le credenze e le pratiche di Giovanni Paolo II perché il Signore ci comanda di “combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre“43. La nostra presa di posizione per la vera fede biblica deve essere “con pietà mista a timore”44. Come il Signore ci ha detto: “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo“45. In Lui ci viene comandato: “restate in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi”46. Noi, dunque, abbiamo la totale certezza che il Signore Iddio è con noi. La certezza del trionfo finale dovrebbe animare i nostri sforzi ed incoraggiarci nella nostra lotta. Con grande fiducia e frutto continuo dobbiamo guardare all'opera fatta in Suo nome come Egli ci ha istruito a fare: “questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede”47. Nel mezzo di tutte le pompose celebrazioni per la beatificazione di Giovanni Paolo II, il Signore ci rivolge l'appello alla salvezza tramite il Suo Evangelo così come ha fatto nonostante lo splendore seducente della visita del Papa nel Regno Unito del settembre 2010.
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Catechismo, Par. 1475
Galatians 1:9 Giuda 3.
Jude 23 Giovanni 16:33 Efesini 6:13-14 I Giovanni 5:4
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Che la tromba dell'Evangelo risuoni! Sulla base dell'autorità delle Sacre Scritture, che tutti sappiano che i peccatori possono essere giustificati solo per grazia ed attraverso la sola fede nel Cristo Gesù soltanto. E che a Dio vada ogni gloria. Il chiaro grido che risuona è il comando dello stesso Signore Gesù: “Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”48 e “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo”49 . Dove c'è vera fede ed amore del Signore, là, nel mezzo delle afflizioni, vi è una gioia indicibile e piena di gloria.
Dio è l'unico Santo Padre, il santissimo. La Sua santità è il fattore che contraddistingue tutte le Sue caratteristiche essenziali. Ecco perché dobbiamo essere “a posto” davanti all'unico Dio vivente e vero nei termini che Egli stesso prescrive. Volgetevi allora a Dio con la sola fede, in Cristo soltanto, per la salvezza che Egli solo dà quando lo Spirito Santo sovranamente ci porta al ravvedimento ed alla fede e basata sulla morte e risurrezione di Cristo per coloro che Gli appartengono. Credete in Lui solo, “a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio”50 ♦
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Giovanni 6:29 Marco 1:15 Efesini 1:6
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