Il Congresso Eucaristico Internazionale 2012 Si tratta di un avvenimento cristiano?

Il Congresso Eucaristico Internazionale: come adorare Cristo che si suppone materializzato in un pezzo di pane!

Uno dei maggiori eventi del mondo cattolico-romano quest'anno è il Congresso Eucaristico Internazionale che si terrà nel mese di giugno a Dublino (Irlanda). Ci si aspetta che attragga 25.000 partecipanti fra i quali 15.000 pellegrini da tutto il mondo. Di che cosa esattamente si tratta? E’ definito in questo modo:

"Benedetti da Leone XIII e posti al servizio della Santa Sede fin dal loro inizio, i congressi eucaristici si caratterizzarono come manifestazioni pubbliche destinate a stimolare la fede dei cattolici nella “presenza reale”, ad accrescere il loro zelo per la devozione all'eucaristia fuori della messa e a proclamare la regalità sociale di Cristo contro le ricorrenti espressioni di una modernità che vedeva nella religione uno dei grandi antagonisti da combattere senza quartiere. (...) Lo scopo dei congressi, rimasto sostanzialmente immutato dall'inizio fino allo statuto del 1986, era così definito nel regolamento generale che accompagnò lo sviluppo dell'opera: 'Far sempre più conoscere, amare e servire nostro Signore Gesù Cristo nel santissimo sacramento dell'altare (...) e lavorare in tal modo ad estendere il suo regno sociale nel mondo' (art. 1). La radice storica dei congressi è qui identificata chiaramente in due poli: quello della "pietà eucaristica" e quello della “dimensione sociale dell'eucaristia”1.

Il presupposto di questi congressi è dunque la celebrazione e promozione della tipica dottrina del Cattolicesimo romano, vale a dire che il Signore Gesù Cristo sarebbe sostanzialmente presente in ciò che essi chiamano “il mistero eucaristico” o “Eucaristia”. In queste occasioni si intenderebbe “prestare ad esso un omaggio di pubblica venerazione“. Si tratta, per il Cattolicesimo romano, di un dogma fondamentale alla sua stessa identità. Infatti:

“Tramite la consacrazione avviene la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo, ossia la loro mutazione nella sostanza, mentre le manifestazioni esteriori rimangono invariate, sicché Cristo è realmente presente nelle specie del pane e del vino in maniera vera, sostanziale”2.

1 Piero Marini, Eucaristia globalizzata. Il fenomeno dei congressi eucaristici, in Vita Pastorale 8 (2011) 77-82, 77-78. Vedi anche: http://it.cathopedia.org/wiki/Congresso_eucaristico
2 Articolo “Eucarestia” della “Cathopedia”: http://it.cathopedia.org/wiki/Eucarestia.

 

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E’ così che la dottrina cattolica-romana proclama che la sua Eucarestia, sotto la forma del pane, contiene del Signore il Suo identico corpo, anima e divinità. Esso sostiene che tutto quel pane, eccettuate le sue apparenze, viene trasformato in Cristo sia nella Sua divinità che corporalità umana (anima, corpo, sangue, ossa, carne, nervi, muscoli, vene e giunture...).

Questa nozione, di fatto, è un orribile insulto al Signore, perché mette in ridicolo Gesù Cristo ed inganna il popolo, defraudandolo della verità. E’ il Signore stesso che, parlando di una simile bestemmia, aveva ammonito: “Allora, se alcuno vi dice: 'Il Cristo eccolo qui, eccolo là', non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigî da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti”3. In contrasto con la dottrina del Cattolicesimo, la verità è proclamata nelle Scritture: “Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo”4. Vi sarà un giorno designato in cui il Signore ritornerà fisicamente nella stessa maniera in cui era avvenuta la Sua Ascensione. La Sua presenza fisica non è da concepire in alcun altro modo prima di quel giorno: “...perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo”5. Di conseguenza, proporre che il glorioso Signore Gesù Cristo torni in terra nelle sembianze prive di vita di pane e vino, non è altro che un tentativo di sostituire la predicazione dell’Evangelo biblico con una semplice connessione fisica con un sacramento cattolico- romano.

Il tentativo del Cattolicesimo di comprovare il suo dogma eucaristico citando il capitolo 6 del vangelo secondo Giovanni

La chiesa di Roma asserisce con persistenza che Cristo di fatto sia presente del suo sacramento. Per

esempio, essa afferma: “

6. Questo dogma è necessario per sostenere un altro presupposto non biblico: “La vita in Cristo ha il suo fondamento nel banchetto eucaristico”. Il testo biblico usato per sostenere questo concetto è: “Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me” (Giovanni 6:57). Secondo l’insegnamento cattolico: “Il frutto principale del ricevere l’eucarestia nella santa Comunione è un’intima unione con Cristo Gesù”, ragionamento a sua volta sostenuto dal versetto: “Chi mangia la

mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui” (Giovanni 6:56).
La dottrina cattolica romana, inoltre, si spinge sino ad
affermare che è il Signore stesso che ci esorta

a riceverlo nel sacramento dell’Eucarestia. Ufficialmente essa afferma: “

7.

La presunta trasformazione del pane e del vino nel reale corpo e sangue del Signore, viene chiamata “transustanziazione”. E’ così che affermano: “Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua anima e la sua divinità”8

3 Matteo 24:23.
4 Atti 1:11.
5 1 Tessalonicesi 4:16.
6 Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1375. 7 Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1384. 8 Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1413..

Cristo diviene presente in questo sacramento

E' per la conversione del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue che

 

Il Signore ci rivolge un invito pressante a riceverlo nel

 

sacramento dell'Eucaristia: ‘In verità, in verità vi dico: se non mangiate la Carne del Figlio

 

dell'uomo e non bevete il suo Sangue, non avrete in voi la vita’ (Gv 6,53 )”

 

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La trasformazione che essi affermano avvenire lascia del tutto allibiti. Si afferma che il Signore esisterebbe sulla terra non come uomo, ma come pane e vino. L’istituzione papale pretende di essere in possesso e di controllare elementi che presume esservi contenuti. La sua legge si spinge fino a dire “Il tabernacolo nel quale si custodisce la santissima Eucaristia sia collocato in una parte della chiesa o dell'oratorio che sia distinta, visibile, ornata decorosamente, adatta alla preghiera”9. Il corpo ed il sangue di Cristo sarebbe così da conservarsi chiuso a chiave una sorta di cassaforte!

Ciò che è particolarmente sbalorditivo è che la fisica aristotelica sulla quale si fonda il concetto della transustanziazione è stata da tempo confutata, eppure questo dogma idolatra risalente al XIII secolo rimane al punto centrale e determinante di tutto il sistema sacramentale cattolico-romano10. E’ così che esso è ancora insegnato e praticato in ogni parrocchia cattolica-romana del mondo.

Il significato reale di Giovanni 6 in contrapposizione al dogma cattolico-romano

La “vita in Cristo” non “ha il suo fondamento nel banchetto eucaristico”, né un’unione intima con Gesù Cristo viene realizzata con una parte qualsiasi della comunione eucaristica. Per comprovare questa argomentazione, però, il Magistero cattolico-romano cita come prova Giovanni 6. Di fatto, i versetti di cui fa uso, tratti da questo capitolo, sono presi fuori dal loro contesto, il quale non sostiene affatto l’interpretazione che ne dà la tradizione cattolica- romana. L’effetto è quello di far credere che un ragionamento fondamentalmente umanistico sia sostenuto dall’autore biblico. Il dogma cattolico-romano si fonda sostanzialmente su un inganno. Dato che non vi può essere sintesi alcuna fra l’autorità della Bibbia e la tradizione del Cattolicesimo, il suo Magistero deve ignorare del tutto il vero significato di ciò che il Signore afferma chiaramente nel capitolo VI di Giovanni.

E’ del tutto evidente già da altre espressioni di questo capitolo, come il Signore insegni che il nostro desiderio di credenti non debba essere per ciò che è materiale, ma per ciò che è spirituale: “Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio

9 Codice di Diritto Canonico, canone 938/3.
10 “Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi” (Rm 8,34 ), è presente in molti modi alla sua Chiesa: [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48] nella sua Parola, nella preghiera della Chiesa, “là dove sono due o tre riuniti” nel suo “nome” (Mt 18,20 ), nei poveri, nei malati, nei prigionieri, [Cf Mt 25,31-46 ] nei sacramenti di cui egli è l'autore, nel sacrificio della messa e nella persona del ministro. Ma “ soprattutto (presente) sotto le specie eucaristiche ” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 7]. (Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1373).

 

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sigillo” (Giovanni 6:27). Quando i Giudei chiedono al Signore: “Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?” (Giovanni 6:28), Egli risponde: “Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato” (Giovanni 6:29). Questa risposta è come il preludio per ciò che segue. Credere in Lui solo, inviato dal Padre, è centrale a ciò che Gesù ha proclamato, perché “...c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo”11. Fondamento della vita in Cristo è vivere sulla base dell’autorità della sola Bibbia, credere in Cristo Gesù soltanto, per la sola grazia di Dio, attraverso la sola fede.

Pure Gesù Cristo spiega il criterio attraverso il quale doveva essere compreso il Suo insegnamento. Egli dice: “È lo Spirito che vivifica; la carne non è di alcuna utilità; le parole che vi ho dette sono spirito e vita”12. Le parole di Cristo devono essere intese spiritualmente. Cristo è il vero cibo dell’anima per fede, non via lo stomaco e la digestione..., cosa che è implicita nella dottrina cattolica dell’Eucarestia. L’insegnamento del Signore è così chiaro che Egli stesso paragona il credere in Lui alla sete spirituale: “chi crede in me non avrà mai sete” (Giovanni 6:35); “Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno” (Giovanni 6:40).

Poi il Signore spiega che: “Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne” (Giovanni 6:51). La Sua carne è ciò che Gesù ha dato volontariamente in sacrificio: “In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi” (Giovanni 6:53). Questo ci parla del requisito essenziale della sola fede nel Signore Gesù Cristo soltanto. La questione è così seria che se uno non ripone la sua fede soltanto nel sacrificio di Cristo sulla croce, non potrà ottenere vita eterna. Mangiare la carne e bere il sangue del Figlio dell’uomo è una metafora che significa confidare spiritualmente nel Signore che offre Sé stesso in sacrificio. Cristo Gesù realizza tutti i benefici della redenzione: perdono dei peccati, accoglienza presso Dio, adozione come figlioli di Dio, accesso al trono della grazia e vita eterna. Ricevere tutto questo per fede soltanto è così appropriatamente chiamato mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue.

Mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue significa identificarsi totalmente in Lui attraverso la sola fede. Se dobbiamo essere salvati, soltanto la fede può fare propria la Sua morte sacrificale. “Mangiare e bere” equivale a “credere” e conferma il tema centrale di ciò che Egli proclama quando, riassumendo, dice: “In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna” (Giovanni 6:47). La vita eterna non è il prodotto del rituale di un’istituzione, ma l’opera che lo Spirito Santo realizza con la Sua sovrana potenza. Il Signore richiede una fede individuale, personale. E’ la sola fede, accordata dalla sola grazia di Dio, che comporta il perdono dei peccati. Questo avviene quando dei peccatori, per ricevere vita eterna, affidano sé stessi completamente al Signore Gesù Cristo. L’apostolo Paolo afferma chiaramente quali siano le evidenze di aver ricevuto Cristo come proprio Signore e Salvatore: “...perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati”13.

11 1 Timoteo 1:5. 12 Giovanni 6.63. 13 Romani 10:9-10.

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Il Nuovo Testamento non dice nulla sul fissare il nostro sguardo su segni fisici per ottenere la comunione con Cristo. Al contrario, i credenti sono esortati a guardare spiritualmente a Gesù: “...fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio”14. Egli è l’Autore ed il Compitore della loro fede, l’inizio e la fine. Il Cattolicesimo romano ci esorta invece a cercare la vita presso dei rituali fisici che, a suo dire, ci comunicherebbero Cristo. ll sacramento dell’Eucarestia non può provvederci “l’intima unione con Gesù Cristo” che, a suo dire, ne è il frutto principale. Proprio come i buddisti per ottenere illuminazione, guardano alle loro offerte votive di fronte ad una statua del Budda così i cattolici credono di ottenere vita spirituale guardando ad un culto di un pezzo di pane. Gesù, però, pregava Suo Padre nel Getsemani in favore di quelli che Gli appartengono per la sola grazia di Dio e che credono in Lui soltanto attraverso la sola fede: “Santificali nella verità: la tua parola è verità” (Giovanni 17:17). Non vi può essere compromesso alcuno della verità con le tradizioni e le immaginazioni umane come ha cercato di fare la Chiesa cattolica romana.

L’obbligo di adorare l’Eucarestia

Nonostante la chiarezza dell’insegnamento del Signore, il Cattolicesimo romano ignora la Scrittura, l’evidenza dei sensi e la stessa ragione, quando insegna la sua dottrina sull’Eucarestia. Il Signore eterno e glorioso è ora seduto accanto a Dio Padre. Proporre un Cristo che, nelle parole del suo Magistero, “corre il rischio di decomposizione”15, significa proporre un Cristo fallace. Come Mediatore e Redentore, il Signore Gesù Cristo è degno della più alta dignità, onore ed autorità. Egli pure è “è lo stesso ieri, oggi, e in eterno”16. Una pretesa presenza di Cristo in un pane che potrebbe decomporsi è totalmente irrealistica e folle; peggio, è blasfema. Ciononostante, la Chiesa di Roma fortemente comanda che il pane debba ricevere il culto che è dovuto al vero Dio.

Essa dichiara: “Nessun dubbio quindi che «tutti i fedeli, in linea con la pratica tradizionale e costante della Chiesa cattolica, nella loro venerazione verso questo santissimo Sacramento, rendano ad esso quel culto di latrìa che è dovuto al vero Dio. E se Cristo Signore ha istituito questo sacramento come nostro cibo, non per questo ne è sminuito il dovere di adorarlo”17

E’ una dottrina irrazionale ed empia quella che, per necessità, impone il culto di qualcosa che può essere mangiato e portato nello stomaco. E’ solo attraverso un terribile crimine di idolatria che il culto dovuto soltanto a Dio può essere trasferito al pane della comunione. Ciononostante, il 25 maggio 2008 il Papa stesso ha parlato dell’Ostia come di Dio stesso. Ha affermato: “Una settimana fa i nostri sguardi erano attratti del mistero della Santissima Trinità; quest’oggi siamo invitati a fissarli sull’Ostia santa: è lo stesso Dio! Lo stesso

14 Ebrei 12:2.
15 “ Il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione” (Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Istruzione “Redemptionis sacramentum su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia”, paragrafo 48.
16 Ebrei 13:8.
17 Documenti del Concilio Vaticano II, Eucharisticum Mysterium, Rito della Comunione Fuori dalla Messa e Culto Eucaristico, 3. Vedi anche Redemptionis Sacramentum, 3.

 

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Amore!”18. Di fatto, il Papa e la sua chiesa “hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile (...). Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen”19

Un ecumenismo ridicolo

Si noti pure, inoltre, l’ipocrisia di un Congresso che - secondo la denuncia di un movimento cattolico conservatore, ammette nei suoi lavori la presenza di cristiani non-cattolici. Si spera forse di coinvolgerli nell’idolatria eucaristica oppure essi stessi, in modo compiacente, sfruttano l’occasione per i propri fini? Questo movimento rileva l’imbarazzo dello stesso sacerdote cattolico Kevin Doran, segretario generale dell’IEC (Congresso Eucaristico Internazionale), tanto da spingerlo a parlare di quello che egli chiama “un ecumenismo ridicolo”. Il sito-web afferma:

“Una delle caratteristiche uniche nel loro genere del Cinquantesimo Congresso Eucaristico Internazionale che avverrà a Dublino dal 10 al 17 giugno 2012, è il coinvolgimento significativo di cristiani provenienti da altre tradizioni, sia nella preparazione pastorale che nel programma ufficiale del Congresso ... Il f.llo Kevin Doran (Segretario generale dell’IEC2012) commenta come storicamente vi sia stata la tendenza per i cattolici di far uso del termine ‘conversione’ come se si applicasse solo ad altri ... La liturgia principale della prima piena giornata del Congresso sarà una “Liturgia della Parola e dell’Acqua” celebrata dal Reverendissimo Michael Jackson (Chiesa di Irlanda ed Arcivescovo di Dublino). L’omelia sarà tenuta dal Metropolita Hilarion Alfeyev della Chiesa Ortodossa Russa. Al tempo stesso il f.llo Alois Löser, priore di Taizé, esporrà la Catechesi (insegnamento) sul tema del Battesimo. Altri interventi ecumenici significativi includono quelli del Rev. Nicky Gumble, di Alpha International, che parlerà sul tema della riconciliazione, ed una presentazione della Rev. Ruth Patterson, direttore di Restoration Ministries sull’essere “Compagni nel Viaggio della Fede”. Il prof. William Reville terrà una prolusione intitolata: “Celebrando il Mistero della Vita”. Ditemi se esagero quando dico che non credo che

18 Citazione completa: “Una settimana fa i nostri sguardi erano attratti del mistero della Santissima Trinità; quest’oggi siamo invitati a fissarli sull’Ostia santa: è lo stesso Dio! Lo stesso Amore! Questa è la bellezza della verità cristiana: il Creatore e Signore di tutte le cose si è fatto "chicco di grano" per esser seminato nella nostra terra, nei solchi della nostra storia; si è fatto pane per essere spezzato, condiviso, mangiato; si è fatto nostro cibo per darci la vita, la sua stessa vita divina” (Benedetto XVI, Angelus del 16 maggio 2008).

19 Romani 1:23-25.

 

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ciascuna di queste persone che sono state coinvolte nell’organizzare questo presunto Congresso Eucaristico, di fatto crede nella Transustanziazione. Essi certamente non credono che la Chiesa Cattolica romana sia necessaria per la salvezza. Non lo crediamo nemmeno per un secondo. E poi qualcos’altro. Per quanto ne so, è improbabile che il Papa visiti l’Irlanda per questa finzione di congresso ... il lettore che mi ha reso attento a questo scandalo mi ha chiesto se io pensassi che il Papa sia consapevole di ciò in cui si sta addentrando... Non mi importa ciò che egli sappia o non sappia. Se io posso vedere chiaramente come la Chiesa sia in gravi difficoltà e che le anime vengono perdute attraverso questo ridicolo ecumenismo, perché EGLI non se ne rende ancora conto?”20

Che speranza vi può essere per degli idolatri religiosamente devoti?

Il Signore Gesù ha bevuto dal calice dell’ira di Dio fino alla feccia21 proprio perché la giustizia di Dio doveva essere soddisfatta. Egli disse: ”Non berrò forse il calice che il Padre mi ha dato?”22. Nel Giardino del Getsemani Egli proclama le parole: “L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate ... Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi”23. Il giorno seguente, sulla croce del Calvario, il Signore Gesù beve fino in fondo dalla coppa dell’ira di Dio. Al culmine delle Sue sofferenze, Egli fa appello a Dio Suo Padre e dice: “Eloì, Eloì lamà sabactàni?» che, tradotto, vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”24. Così, assumendo del tutto su Sé stesso la giusta ira di Dio sul peccato, alla fine grida: “E’ compiuto!”25. Di conseguenza, il Signore Gesù Cristo stesso paga pienamente, in favore dei peccatori che a Lui si affidano, le conseguenze dell’ira e della maledizione loro dovuta. Come sostituto, vicario, del Suo popolo di credenti, e in loro favore, il Signore beve la coppa dell’ira di Dio.

Ora, nell’Evangelo, l’innocente Signore presenta ai peccatori credenti il sacrificio che Egli per loro ha compiuto. Se tu che leggi desideri di tutto cuore essere a posto con Dio, guarda a

20 www.catholictruthscotland.com/blog/2012/01/ireland-hosts-eucharistic-congress-2012-gives-a-whole- newmeaning-to-the-term-irish-joke/ 5/15/2012

21

22 Giovanni 18:11. 23 Marco 14:34,36. 24 Marco 15:34.
25 Giovanni 19:30.

 

Il SIGNORE ha in mano una coppa di vino spumeggiante, pieno di mistura. Egli ne versa;

 

certo tutti gli empi della terra ne dovranno sorseggiare, ne berranno fino alla feccia” (Salmo 75:8).

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ciò che proclama la Scrittura: “Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti”26. Questo vuol dire che Dio stesso ha provveduto un altro modo per essere considerati giusti davanti a Lui, un modo diverso da quello dell’osservanza della Legge: riporre tutta la nostra fede in Cristo Gesù soltanto. La perfezione morale di Dio è attribuita a noi peccatori attraverso la nostra fede in Gesù Cristo soltanto. Egli ha sacrificato il Suo corpo sul Calvario in vece nostra, al nostro posto. Senza dubbio tutti noi siamo peccatori e meritiamo l’ira di Dio, ma la gloria e la magnificenza dell’Evangelo ci è proclamata in questo modo: “...sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù”27. Peccatori credenti sono giustificati gratuitamente attraverso la redenzione operata da Cristo Gesù. Il Signore Iddio del cielo attira peccatori alla giustizia di Gesù Cristo.

Questa è la sola speranza per degli idolatri religiosamente devoti. La Scrittura, infatti, proclama a gente peccatrice: “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui“28. La conseguenza della fedeltà di Cristo in tutto ciò che Egli ha compiuto, culminando nella Sua morte in croce, è la Sua giustizia, quella che Dio accredita al peccatore credente. Dio, infatti, fa sì che legalmente Cristo divenga “peccato per noi”. Egli è “reso peccato” perché davanti a Dio, sommamente santo, bisognava fosse adempiuto un pagamento completo per il peccato. E’ così che i peccati di coloro che Gli appartengono, il Suo popolo, sono stati trasferiti a Gesù Cristo. Allo stesso modo la Sua fedeltà viene trasferita loro, loro attribuita29.

Dato che è nella natura stessa del Dio trino essere misericordioso e disposto alla grazia, possiamo attenderci che Egli si muova come risposta alla nostra preghiera e che faccia conoscere l’Evangelo della grazia prima, durante e dopo il Congresso Eucaristico del 2012 “...a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio” 30.

Conclusione

La chiesa del Papa, quando legifera l’adorazione del pane eucaristico, pretende così di adorare Cristo. No, questo non è cristiano: si tratta di grossolana idolatria. Nei termini delle Sacre Scritture solo Gesù Cristo è degno di ricevere adorazione e non le sue rappresentazioni fisiche. Egli stesso dichiara: «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente»31. Egli è così degno del nostro culto. Attorno al trono di Dio in cielo è proclamato: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode»32.

Le Sacre Scritture, inoltre, rivelano quanto Cristo sia misericordioso. E’ Lui che è “la Parola... diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre”33. La grazia

26 Romani 3:21.
27 Romani 3:24.
28 2 Corinzi 5:21.
29 “...vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione” (Romani 3:22).

30 Efesini 1:6.
31 Apocalisse 1:8. 32 Apocalisse 5:12. 33 Giovanni 1:14.

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proviene solo da Cristo: “la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo ... Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia 34.

Non soltanto noi adoriamo Lui come totalmente misericordioso, ma pure noi attingiamo profondamente dalle ricchezze della Sua grazia. Cristo Gesù è venuto per dare la Sua vita al popolo che Egli ama. La Sua vita e la Sua morte non sono soltanto per la nostra eterna salvezza: esse sono pure la fonte di una vita cristiana fruttuosa. Inoltre, come Egli dice, le Sue Parole sono spirito e vita. Le Sue parole devono essere assunte nella mente e nel cuore del credente proprio come il cibo materiale è assunto nel corpo fisico. Le parole del Signore, dopo essere state assorbite nella mente e nel cuore credente, impartiscono vita e forza, nutrimento spirituale, affinché il credente sia in grado di compiere ciò al cui il Signore lo chiama35.

Il Signore dichiara: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi”36. Questo comandamento combacia perfettamente con le intere caratteristiche della grazia di Cristo. Noi ci amiamo l’un l’altro per mezzo del Suo amore. La morte di Cristo Gesù non ci è solo presentata come esempio, ma come la fonte stessa del nostro amore, quello che siamo chiamati a praticare. Essa è chiaramente il modello del nostro amore ma, ancora più importante, è il mezzo attraverso il quale possiamo amare i nostri fratelli e sorelle. E’ soltanto così quando il Suo amore diventa perfetto in noi che possiamo amarci vicendevolmente come Cristo ha amato la Sua chiesa, il Suo popolo: “Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi”37. Il Suo amore realizza ciò per cui è stato inteso che compisse, vale a dire essere la potenza per la quale noi possiamo amarci l’un l’altro. Di conseguenza, noi adoriamo Cristo Gesù e, al tempo stesso, da Lui stesso noi attingiamo la grazia per poter amare.

Quanto diverso, del tutto diverso, è questo dal culto rozzo, blasfemo e pagano del pane eucaristico stesso propostoci da questi “congressi eucaristici”. E’ proprio perché Gesù Cristo è degno di ogni lode e adorazione che dobbiamo distinguerlo da ogni attribuzione ingannevole. Come afferma la Scrittura: “Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità”38. L’apostolo Giovanni riassume in questo modo quale sia la posizione del credente in Gesù Cristo: “Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi dagl'idoli”39. Amen.

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34 Giovanni 1:17,16.
35 “infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:10).
36 Giovanni 15:12.
37 1 Giovanni 4:12.
38 Giovanni 4:24.
39 1 Giovanni 5:20-21.